#play14 2022
Dopo due anni di stop siamo tornati a giocare imparando, imparare giocando.
Bologna Settembre 2022: si gioca, di nuovo
Si è conclusa sabato, 17 settembre 2022, la quinta edizione italiana del #play14, l’unconference dedicata al serious gaming (e non è uno scioglilingua): due giornate durante le quali il gioco è vero protagonista e strumento di apprendimento, condivisione, crescita, analisi, divertimento, scoperta.
Dopo tre lunghi anni di stallo causa pandemia, circa 130 persone tra vecchi e nuovi partecipanti e organizzatori si sono riuniti presso il FutureLab, eccentrica ed elegante location sui colli bolognesi, che già aveva ospitato l’evento nella edizione 2019; immersa nel verde e nel silenzio, è il luogo ideale per ispirare creatività, ascoltare le emozioni e vivere insieme questa esperienza!
Il gioco è una cosa seria
Il gioco è una cosa seria. È un’attività che produce piacere e, nella concezione filosofica, è un tramite per raggiungere la libertà e l’espressione della fantasia. Con il gioco è possibile insegnare, imparare e capire.
“Allora, non avevamo idea se avrebbe funzionato, di quello che sarebbe diventato e, che un paio di anni dopo, #play14 sarebbe stato presente in tutta Europa…”.
La storia completa si trova qui https://play14.org/history/
#play14 nasce nel 2013 a Lussemburgo, dall’idea di quattro agilisti intraprendenti che si incontrarono in un bar della capitale dell’omonimo Paese e idearono #play14. L’evento venne lanciato ufficialmente il 14 marzo del 2014 (da qui, il suo nome).
In breve tempo la conferenza si è allargata ad altre città europee e poi anche a Paesi extraeuropei: ad oggi possiamo contare sulle edizioni di Amsterdam, Amburgo, Anversa, Barcellona, Basilea, Beirut, Berlino, Londra, Lussemburgo, Madrid, Milano, Timisoara, Parigi… e poi ancora Bari, Vienna, Sydney, Messico, Bologna.
Dopo aver partecipato e sperimentato attivamente le due edizioni precedenti svoltesi a Lussemburgo, alcuni reloaders (cosi ci chiamiamo noi del team di Agile Reloaded, azienda che organizza #play14 in Italia) pensarono fosse una buona idea portare questo nuovo format di apprendimento e condivisione nel nostro Paese. Il successo fu sorprendente, tanto da aver reso l’evento un vero e proprio appuntamento annuale fisso.
#play14 è una “non conferenza” di due giorni dedicata al serious gaming in cui si affronta il tema del gioco come strumento di team building, analisi retrospettiva, apprendimento, modellazione, problem solving e molto altro ancora.
A differenza dei tradizionali eventi con regole e temi prefissati, la struttura dell’unconference chiede direttamente ai partecipanti di stabilire il programma delle due giornate, proponendo e scegliendo insieme contenuti, orari e luoghi delle attività.
Quest'anno per tanti è stata la prima volta al #play14. Molti erano alla loro prima esperienza a una unconference.
Si inizia: il marketplace è il luogo delle proposte e della negoziazione
Il programma è stabilito direttamente dai partecipanti sul momento secondo il classico meccanismo del “marketplace”: qui, a inizio di ogni giornata, le persone sono libere di proporre contenuti, collocarli nelle varie finestre orarie e scegliere il posto in cui svolgere l'attività.
Il pubblico del #play14 cambia ogni volta. Già durante la quarta edizione del 2019 abbiamo potuto vedere come il pubblico si stava rinnovando: accanto a decennali agilisti che utilizzano il serious gaming quotidianamente nelle loro attività di coaching, avevano iniziato a partecipare professionisti di altri settori.
Nell’edizione di quest’anno, tale dinamica non ha fatto che rafforzarsi: tra i nuovi, molti sono stati i giovani coach o i nuovi scrum master o agilisti neoassunti, così come tante sono state le persone provenienti da mondi lontani da quello dell’agilità.
Le regole della "non-conferenza"
La legge dei due piedi: i partecipanti possono (e devono) entrare o uscire liberamente dai diversi gruppi, secondo una personale considerazione di quanto possano portare valore aggiunto nelle varie attività.
La bumblebees and butterflies (bombi e farfalle): le persone che si spostano da un fiore all'altro portando spunti e idee da altri gruppi, favoriscono la cross-pollination; mentre coloro che rimangono nelle sessioni per tutta la loro durata, favoriscono la continuità e la stabilitàdelle conversazioni, per costruire e raggiungere i frutti.
#play14 è e sarà sempre
- un luogo per condividere conoscenze e pratiche più che un luogo per vendere servizi e beni
- aperto a tutte le persone o comunità con un interesse per l'apprendimento con divertimento
- focalizzato su giochi e attività nel mondo fisico più che in quello virtuale
- una unconference basata sulla tecnologia Open Space
- senza scopo di lucro, il che significa che quando facciamo un profitto su un dato evento, reinvestiamo tutto nel prossimo.
Che la diversità, all’interno di gruppi di lavoro e non solo, sia fondamentale all’apporto di valore e sia essa stessa un sinonimo di valore è noto da tempo. La conferma ci arriva anche dai #play14, dove l’eterogeneità dei tanti partecipati con diversi background professionali e provenienti da nazioni diverse, favorisce la condivisione e l’interazione alle tante attività, apportando un grande valore aggiunto alle giornate incentrate su giochi, riflessioni, condivisioni, sorrisi, ironia e tanto divertimento.
#play14 è un’ottima occasione per conoscere persone che, con le loro diversità di formazione e provenienza, possono fornire spunti di riflessione e di crescita.
Cosa è successo?
"#play14 è un evento davvero speciale, impossibile da raccontare solo con le parole. Va vissuto, provato sulla pelle, respirato a pieni polmoni e assorbito fino all’ultima goccia, perché una volta tornati a casa tutte le sensazioni e le scariche di energia continueranno ad avere effetto per giorni e giorni.
Ci sono stata anche quest’anno, per la quarta volta dal 2016, con Massimo, Serena, Sara, Gianantonio e Massimo.
Play14 ti cambia sempre un po’, in meglio.
Ti #confronti con con modelli mentali completamente diversi dai tuoi, impari a #negoziare, a #collaborare per uno scopo comune, a #comunicare al di là dei linguaggi e delle competenze personali.
#play14 rompe gli schemi e abbatte non poche convinzioni.
Se pensi che il #gioco non possa fare tutto questo significa che non l’hai ancora provato… e stai perdendo una grande opportunità.
No, non è pubblicità occulta.
#play14 è al di sopra di interessi, aziende e marketing.
#play14 sono le #persone che giocano mettendosi in gioco.
#play14 è un generatore di #sorrisi. Ed è il motivo per cui tra tutte le foto fatte e raccolte ho scelto quelle allegate.
Per continuare a vivere l’avventura e condividere l’entusiasmo dei partecipanti basta leggere i post, i commenti e le reazioni che stanno popolando i feed di Linkedin con il tag #play14
Se invece non ne puoi più di leggere post su #play14 nel tuo feed significa che hai una rete di contatti ad altissimo valore aggiunto"
Irene Capatti
"Immersa nel verde ho conosciuto alcune delle tecniche dei #theliberators per creare abitudini al fine di partecipare a meeting efficaci.
Ho scoperto le mie personalità con l' #ENNEAGRAMMA e mi attesto fiera, maestosa e dignitosa a metà fra la n.6 e la n.7
Ho elaborato strategie e apportato miglioramenti nel processo di gioco e nella comunicazione di #SoRiso.
Ho vissuto l'esperienza di #impró che ha apportato allegria al gruppo, ma ha soprattutto stimolato la memoria, la coordinazione e la rapidità di pensiero.
Ho conosciuto persone interessanti, belle teste e allo stesso tempo ritrovato amici e compagni di percorso."
Valeria Burdi
"Sono stati 3 giorni di pura adrenalina, #contaminazione, apertura, #apprendimento e collaborazione, ma anche di introspezione, #coaching, ottimismo e risate. Tutto questo attraverso il #gioco: ci ha arricchiti come persone e come gruppo, ci siamo messi alla prova, abbiamo sfidato le nostre insicurezze e abbattuto non poche convinzioni."
GialloCobalto
"Da bimbi apprendiamo con il #gioco: rapidissimi arriviamo a conoscere tutto ciò che ci circonda, divertendoci, toccando e facendo girare le rotelline per arrivare ad un obiettivo comune.
Poi tutt'a un tratto, quando succede qualcosa, non si sa bene cosa, per cui non possiamo più essere chiamati "bambini", smettiamo di imparare in questo modo.
Ma siamo sicuri che non possiamo #apprendere anche da adulti attraverso il gioco?
Io la mia risposta l’ho trovata al #play14 una #unconference nella magnifica cornice dei colli bolognesi.
Qui ho avuto la possibilità di giocare con altri “adulti” pieni di esperienza e conoscenza da comunicare, di confrontarmi con loro, senza confini di età, ruolo o genere su temi come #collaborazione, organizzazione dei team, comunicazione e sviluppo personale.
E tra un gioco e l’altro, ovviamente, c’erano i miei giallini di giallocobalto con cui confrontarsi, incoraggiarsi e stupirsi per ciò che avevamo visto e vissuto.
Questo post è un ringraziamento a loro e a tutti le persone straordinarie che ho conosciuto in questo super evento."
Gianantonio Vecelli
"#play14 una non conferenza dove accade quello che deve accadere e chiunque arriva é la persona giusta!
Per fare cosa?
Imparare divertendosi attraverso il gioco con colleghi e formatori partecipando attivamente o da spettatori.
Cosa e' accaduto?
Abbiamo arricchito la scatola dei "giochi attivatori" pronti per essere proposti alle aziende e ai team che hanno voglia di mettersi in gioco e crescere!
Riflessioni, iterazioni, retrospettive, feedback e tanto divertimento!!!
Il gioco è una cosa seria!
E quando giochi con i colleghi si fa ancora più serio."
Paola Ferrario
"Per "sbobinare" la quantità di concetti, spunti, idee, condivisioni e chiacchiere che si sono accumulati nei tre giorni dell'incontro mi ci vorranno settimane... Oltre tutto questo mi porto dentro l'incontenibile energia e partecipazione che si sprigiona quando un gran numero di professionisti, formatori, consulenti, agilisti e sviluppatori provenienti da tutta Italia (e qualcuno anche dall'estero) si trovano in modalità auto-organizzata per sperimentare l'apprendimento basato sul gioco.
Una amplificazione che penso lascerà un segno profondo in tutti i partecipanti."
Fabio Pucci
È passata quasi una settimana dall'atto conclusivo del #play14 e ho ancora in testa un pensiero: #giochibrutti.
Ora, questo pensiero va un po' spiegato, perché se no sembra che ne penso, e ne parlo, male. Niente di tutto questo, esattamente il contrario. Partecipare ad un evento come il #play14 è un modo di ricordarsi che ci prendiamo troppo sul serio e che giocare e sapersi divertire, non importa quanti anni hai, è un aspetto fondamentale della vita, anche quella professionale.
E allora perché "giochi brutti"? Avete presente i "disegni brutti" (credo che qualcuno ci faccia anche un corso)? Non sono "letteralmente" disegni brutti, o forse sì, ma non ha importanza. Dan Roam scriveva che se chiedi ad un adulto se sa disegnare, mediamente ti risponde di no, se lo chiedi ad un bambino in età prescolare, non si pone neanche il problema: disegna e basta.
La stessa cosa succede con il gioco. In età adulta ci dimentichiamo troppo spesso il valore del gioco, anche come forma educativa, o di facilitazione. Spesso ci dimentichiamo proprio di saper giocare. E allora, se c'è una cosa che mi auspico per la prossima edizione del #play14, è di vedere più giochi brutti. Non importa che siano perfetti, progettati con cura: parafrasando De Coubertin, l'unica cosa che conta è giocare. E divertirsi.É
Dimitri Favre
3,2,1..... GO!
Giochi per mettersi in gioco e trovare una soluzione tutti insieme anche quando il sistema di riferimento è confuso, cambia, si rovescia....
Perché il gioco è così importante in questo ambito tanto da dedicarci una conferenza?
Perché, tramite il gioco, si riesce a visualizzare un problema in modo potente ed efficace, perché in genere la nostra mente, che normalmente spende energie e fatica per risolvere un problema complicato, col gioco riesce ad “aggredire” il problema in modo più naturale e diretto; perché una volta compreso un concetto tramite un‘attività divertente, questo rimane spesso memorizzato in modo indelebile, molto più efficacemente di quello che si potrebbe fare utilizzando tecniche di analisi tradizionali; il gioco è importante anche perché permette di visualizzare un concetto o di dare una rappresentazione grafica di un problema, cosa che forse è il modo più efficace per comprenderlo e memorizzarlo.
Non solo giochi
Fin dalla prima edizione, gli organizzatori hanno cercato di massimizzare la diversità delle persone che hanno partecipato.
Negli anni si sono alternate persone con competenze e ruoli più tipici e vicini al mondo del serious gaming (Scrum Master, coach, facilitatori, formatori), unitamente a professionisti esperti di cose più distanti (musicisti, attori, professori di ingegneria).
Quest'anno il tocco "fuori dagli schemi" è stato dato da due insegnanti (più propriamente gran master) di Taekwondo che hanno portato la loro decennale esperienza nelle arti marziali: tramite alcuni esercizi fisici, i partecipanti hanno sperimentato direttamente alcuni concetti legati alla dinamica di relazione fra le persone, la percezione del proprio corpo in relazione agli altri, il capire l'importanza del perseguire gli obiettivi.