Better Software 2016

Better Software è una  conferenza adatta a chi sia interessato a formarsi piuttosto che a informarsi. L'edizione 2016 della conferenza ha puntato decisamente sui workshop anche se non sono mancati un paio di interventi “frontali”. Le due giornate si sono svolte all’insegna di una serie di workshop che duravano 2, 4 o 6 ore.

Product acceleration track

Giulio Roggero e Stefano Leli hanno condotto un workshop di ampia portata: dall’idea al prodotto (quasi) finito, passando attraverso le diverse fasi, compresa la definizione dell’architettura e la prima stesura del codice. I partecipanti del workshop hanno potuto vedere, come si svolge l’intero processo.

Il workshop si è svolto in una sorta di “Obeya room”, una grande stanza sulle cui pareti sono affissi tabelloni, lavagne, kanban board e di information radiators intorno ai quali tutti possano collaborare apportando considerazioni e contributi. Si tratta di uno “strumento” nato nell’ambito della “produzione industriale snella” o Lean Manufacturing.


A framework for Adaptive Career Design

Marco Calzolari affronta l’argomento delle Human Resources con un taglio particolare e innovativo: basato su  “modello esplorativo” che interpreta la carriera come un processo di evoluzione professionale: occorre sviluppare talento e competenze e capire come tali aspetti si possano inserire all’interno di un modello organizzativo e aziendale sempre più liquido.

Il workshop si incentra sulla presentazione e sull’uso del talent canvas uno strumento di progettazione che consente di mettere a fuoco svariati aspetti del proprio profilo professionale e di capire in che modo il proprio talento e le proprie competenze si mettano in relazione a quelle degli altri nel quadro più ampio della realtà organizzativa in cui si opera.


People at work

Silvia Toffolon presenta il suo metodo Creography un sistema basato su canvas e carte pensato per raccogliere informazioni spesso sfuggenti quando si delineino i contorni di un’idea o di un progetto. Il metodo Creography è basato su regole precise, è costituito da tabelloni (canvas) e carte ispiratrici, ed è molto adatto a far partecipare anche le persone più introverse.
Si tratta di un metodo che tutti i tipi di organizzazione possono adottare e che è possibile imparare grazie alla presenza di un facilitatore, che poi potrà comunque intervenire a supportare il gruppo quando ci sarà bisogno del suo contributo.

Il metodo si basa su un’idea tutto sommato “semplice”, ma messa a punto in modo efficace: i materiali a disposizione (canvas, carte), le regole chiare e facile da seguire, l’adeguato bilanciamento tra strutturazione e creatività fanno di Creography una metodologia di focalizzazione e discussione che si presta a un’adozione in contesti molto differenti.


Agile IoT. IoT becomes a serious business

Il  workshop di Felice Pescatore dedicato alla gestione agile dei processi legati a Internet of Things.
IoT è Internet + dispositivi: c’è quindi un lato “materiale” dell'IoT (Things) che è “concreto” e non è solo software. Questo implica una serie di problemi pratici da affrontare e risolvere, che nello sviluppo del software immateriale non sono presenti. In Agile IoT, quindi, occorre la compresenza di capacità “materiali e immateriali”, proprio come succedeva nella bottega artistica rinascimentale.

EventStorming

Alberto Brandolini  ha presentato il suo ormai famoso framework di modellazione EventStorming.

EventStorming unisce tecniche di modellazione agile, e l’approccio event-driven caratteristico delle ultime evoluzioni di Domain-Driven Design ad un formato ad elevato engagement dei partecipanti, che porta ad una rapida esplorazione dei problemi ed all’instaurarsi di un approccio collaborativo tra le persone chiave.
Il risultato è un modello chiaro, tangibile e realizzato in tempi estremamente rapidi, con il contributo attivo di tutti i ruoli coinvolti. Nella sua costruzione emergono i punti di frizione, spesso all’origine di un’errata implementazione, e vengono messe in luce le naturali soluzioni corrette.

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The harder you push, The harder the system pushes back

Emiliano Soldi e Stefano Lucantoni durante il loro intervento "The harder you push, The harder the system pushes back" ovvero "Quanti coach servono per cambiare una lampadina?"
Quali sono gli strumenti che più di altri devono essere utilizzati con maestria dai “change agent”?
Emiliano e Luca hanno affrontato il tema del come aiutare a ridurre la resistenza al cambiamento ma allo stesso tempo limitare la dipendenza dai coach che rischiano di divenire le autorità delegate a guidare il cambiamento?
Il talk è ruotato intorno ad un aspetto cardine delle transizioni agili: “la facilitazione”; Ed a come, soprattutto espressa nelle sue forme più aperte ed inclusive, possa avviare un reale e sostenibile cambiamento in qualsiasi organizzazione.

Estimating development

Pietro Polsinelli  ha presentato il suo workshop "Impossible mission: estimating (game) development" focalizzato sul tema delle stime. I partecipanti hanno dovuto scegliere un videogioco di cui è stato fornito il pitch e alcune (poche) caratteristiche. I team dovevano definire e stimare lo sviluppo del gioco. From #NoEstimates to #YesPrototypes

Leading in Complexity

Andrea Provaglio ha presentato il workshop sulla complessità; questa la descrizione in inglese del suo laboratorio: "Scrum without self-organization and empowerment is […] an iterative, incremental death march" writes Ken Schwaber back in 2011. We can say that the same applies to Agile and to all kinds of knowledge-based organizations in general.
Now, self-organization and empowerment are just the counterparts of Agile leadership — one simply cannot exist without the other.
But what is the nature of Agile leadership? How is it different from other approaches? Or, even better, is there only one way of leading in Agile (such as the oft-mentioned servant leadership) or things are more contextual and complex?
Complexity thinking is one of the approaches that we'll take to explore the meaning of leadership and of some of its facets. But we'll also touch on the ethics of leadership for teams, for leaders, for coaches and for change agents in general because, when it comes to influencing others, questioning the foundations of that kind of relationship is critical.
By attending this interactive, experiential workshop you'll get a multidimensional perspective on the art and practice of leading, which will help you create a healthy ecosystem where purpose, autonomy, participation and clarity become part of your cultural DNA.