Organizzazioni antifragili 

Un sistema antifragile è tale se riesce a migliorare in contesti dominati dall’incertezza.
Essere antifragili vuol dire non solo saper resistere alle perturbazioni esterne, ma sopratutto avvantaggiarsene. Quando abbiamo letto il libro di Nassim N. Taleb ne siamo rimasti letteralmente affascinati (del resto anche il libro precedente “Il cigno nero” ci aveva segnato).

Per questo motivo abbiamo passato gli ultimi due anni a studiare e a pensare come favorire la creazione di una organizzazione antifragile. Abbiamo raccolto i principi e i valori dell’antifragilità nel Manifesto Antifragile (www.manifestoantifragile.it), che decliniamo grazie all'uso di uno strumento di nostra invenzione,  l'Antifragile Framework Map.


I 4 principi del Manifesto Antifragile

Antifragilità debole: ottenere lievi miglioramenti a livello locale grazie a piccoli fattori di stress.
Antifragilità forte: creare le condizioni affinché un danno locale (a uno dei suoi elementi costituenti) possa portare un beneficio a livello sistemico.
Strategie emergenti: far emergere tramite esperimenti la strategia con cui guidare l’organizzazione. Un sistema antifragile sperimenta il modo con cui sperimentare.
Non misurare il rischio, ma il livello di fragilità: il rischio non è misurabile (si misurano solo gli impatti dell’incidente). La fragilità è misurabile: identificate i punti didebolezza e intervenire per sostituirli.
Cultura dell’apprendimento: promuovere il valore del fallimento, stimolare apprendimento sistemico.
Opzionalità asimmetrica: poter disporre del maggior numero di opzioni possibili è la strategia più efficace per abilitare l'evoluzione verso un sistema antifragile. L'asimmetria delle opzioni vi permette di ridurre gli impatti degli esperimenti fallimentari.

Antifragile framework map: il workshop

Abbiamo messo a punto un workshop della durata di un giorno durante il quale i partecipanti sperimentano varie strategie per agevolare l'implementazione dei valori Antifragili all’interno di una organizzazione.