#Play14
Il gioco è una cosa seria. È un’attività che produce piacere e, nella concezione filosofica, è un tramite per raggiungere la libertà e l’espressione della fantasia. Sarà appunto per questo che da tempo il gioco sta diventando sempre più uno strumento per insegnare, imparare e capire.
#Play14 - Serious Game unconference
#Play14 è una conferenza di due giorni dedicata al serious gaming in cui si affronta il tema del gioco come strumento di teambuilding, analisi retrospettiva, apprendimento, modellazione, problem solving e molto altro ancora. Fin dalla prima edizione, l’obiettivo della conferenza è stato quello di portare la personale esperienza e le proprie conoscenze in merito all‘utilizzo di varie tecniche di gioco tramite le quali apprendere alcuni dei concetti fondamentali dell‘Agile, del lavoro di gruppo della collaborazione. Le attività presentate dai vari partecipanti diventano quindi un modo per condividere strumenti, per studiare un sistema, per definire un modello di un sistema, per fare una retrospettiva in modo diverso (e divertente), per isolare la causa di un problema.
Durante la conferenza i partecipanti possono sperimentare in un ambiente estremamente informale e divertente, varie tematiche legate al management, al coaching, alla gestione dei gruppi di lavoro, ma anche sugli strumenti di formazione, alla comunicazione, alle tecniche di analisi dei problemi e molto altro ancora.
Il #Play14 movement
Nata nel 2014 in Lussemburgo, in breve tempo la conferenza si è allargata ad altre città europee (e non solo): ad oggi possiamo contare nelle edizioni di Amsterdam, Amburgo, Antwerp, Barcellona, Basilea, Beirut, Berlino, Londra, Lussemburgo, Madrid, Milano, Timisoara, Parigi.... e poi di recente Bari, Bologna, Vienna, Syndey e Mexico
Che la diversità, all’interno di gruppi di lavoro e non solo, sia fondamentale all’apporto di valore e sia essa stessa un sinonimo di valore è noto da tempo; la conferma c’è stata anche al #Play14 dove l’eterogeneità dei tanti partecipati con diversi background professionali e provenienti anche da altri Paesi come Inghilterra, Francia e Spagna, ha favorito la condivisione e l’interazione alle tante attività, apportando un grande valore aggiunto a queste tre giornate fatte di giochi, riflessioni, condivisioni, sorrisi, ironia e tanto divertimento.
Perché partecipare a #Play14?
Se tu sei uno Scrum Master o un facilitatore, un coach, un team leader, un formatore, un docente o semplicemente ti piace lavorare insieme ai colleghi in modo divertente e innovativo…. Se sei attratto dalle ultime tecniche di serious gaming…. Se sei affascinato dalle tecniche del gioco come strumento per imparare, fare retrospettive, moderare una riunione, fare team building #Play14 è la conferenza che fa per te.
Il marketplace
Dato che si tratta di una unconference, il programma viene stabilito direttamente dai partecipanti sul momento secondo il classico meccanismo del marketplace dove le persone sono libere di proporre contenuti, orari e scegliere il luogo della sessione.
Le sessioni proposte vanno a comporre il programma su un tabellone diviso per orari e sale: nasce in questo modo il “programma” della conferenza lasciando la possibilità agli altri partecipanti di scegliere le attività a cui partecipare in base alla fascia oraria ed al tema.
La regola più importante di una un-conference è quella che prende il nome di "legge dei due piedi" (two feet law): l’idea è quella di stimolare la libertà di partecipazione e la contaminazione fra le varie sessioni: ogni partecipante può assistere a ciò che reputa più interessante, entrare o uscire dai vari talk per portare in altri gruppi quanto sentito altrove oppure per dedicare il tempo a cose di maggiore interesse.
L’adrenalina e lo spirito di gruppo sono stati stimolati a dovere nella parte iniziale di tutti e tre i giorni partendo dal primo giorno di benvenuto all’evento.
Al bel risultato, ha sicuramente contribuito la scelta azzeccata dello spazio MIL che sorge all’interno di un’area ex Breda di Sesto San Giovanni, al confine con Milano, recuperata secondo i canoni dell’archeologia industriale siderurgica, dove si è svolto l’evento.
A cosa serve play14?
Alle varie edizioni che si sono tenute in Italia, abbiamo potuto assistere a molti giochi interessanti: si spazia dai cosiddetti Ice Breaker (giochi divertenti ed efficaci per quei momenti in cui ci si deve conoscere e rompere il ghiaccio), ai talk-games (utili per esempio per sperimentare nuove tecniche di retrospettiva), ai lean-games per imparare a lavorare in gruppo e per comprendere come coordinare un team nel portare a casa un obiettivo.
Per quelle aziende che partecipano in gruppo Play14 rappresenta una ottima occasione per fare team building.
Ice breaking
Tipicamente la prima sera della conferenza inizia con una attività di gruppo per conoscersi e per creare quel giusto clima di collaborazione.
Nell'edizione del 2017, è stata organizzata una bella sessione di gioco: il tutto è iniziato con i partecipati seduti su un lungo tavolo uno di fronte all’altro: ognuno doveva disegnare su una busta di carta il ritratto della persona di fronte in modo da coglierne caratteristiche fisiche e provare a immaginare quelle più caratteriali.
I ritratti sono stati utilizzati poi per creare le squadre che si sono successivamente sfidate ad alcuni giochi di gruppo.
Il gioco a squadre
Ogni anno il gioco a squadre prevede una sfida differente, basata su una attività di gruppo: abbiamo potuto vedere il super puzzle, il marshmellow gigante, o le mega costruzioni.
Altri giochi visti alle varie edizioni
Molte le sessioni interattive, lavori in gruppo, giochi di squadra. Di seguito ne elenchiamo alcuni che ci sono rimasti particolarmente impressi
A3 Airplane game
Il gioco aiuta a capire il funzionamento dell’A3 Reporting (tecnica di invernata in Toyota utilizzata nel processo di miglioramento continuo) per migliorare i processi in atto e risolvere problemi con la collaborazione delle persone coinvolte al problema. Dopo averci spiegato come viene disegnato un A3 reporting, il facilitatore, ci ha diviso in due squadre che rappresentavano due team di una aziende che deve costruire aerei di carta.
Sulla base delle informazioni ricevute le squadre dovevano un A3 reporting.
La tecnica utilizzata per l’analisi è stata quella delle 5 why’s (anche questa di derivazione Toyota) che consiste nel chiedere il perché del perché fino a rispondere a 5 perché o fermarsi prima nel caso non si potesse andare oltre.
Auto-organizzazione... alla cieca
Uno dei giochi che era difficile non notare è quello portato in scena dal collega Pino: dieci persone bendate (in questo caso incappucciate) partendo da una formazione a cerchio, dovevano formare un quadrato. Gioco molto interessante e tutt’altro che banale. Dopo molti tentativi le persone hanno sperimentato la difficoltà di collaborare insieme senza un coordinamento (potevano solo parlare fra loro). Pino ha raccontato come questo gioco, fatto in azienda, abbia più volte messo in evidenza la reale leadership del gruppo (quella persona che tutti seguono perché il vero leader del gruppo) in raffronto con leader “nominati” come per esempio nel caso di gerarchie o anzianità di servizio.
The maze
Il gioco del labirinto è un’attività di gruppo a conferma del fatto che quando un gruppo è unito e lavora per il team, ciascuno dei membri ottiene di più.
Il gioco si è svolto in un labirinto ricreato tramite del nastro sul pavimento. Ciascun gruppo, di circa dieci membri, doveva indovinare il percorso corretto attraverso una serie di tentativi ed errori. Il gioco terminava quando tutti i membri riuscivano a passare correttamente attraverso il labirinto senza fare passi sbagliati.
La difficoltà era rappresentata dal fatto che le persone non potevano parlare, ma si poteva solo indicare alla persona nel labirinto su quale quadrato procedere in base alle prove precedenti. .
Il gruppo ha dovuto quindi anche stabilire autonomamente una strategia per poter facilmente memorizzare i passi corretti ed essere quindi di supporto alla persona che si trovava all’interno del labirinto e che poteva non ricordarsi i passi corretti, rischiando di sbagliare.
Lego serious play
LEGO serious play è un metodo pensato per facilitare processi di comunicazione, generazione di pensiero creativo e strategia. L'obiettivo della Metodologia è quello di favorire il pensiero creativoattraverso attività di team building basate sull'utilizzo di mattoncini LEGO per creare metafore della propria identità organizzativa e delle proprie esperienze. I partecipanti lavorano attraverso scenari immaginari ma realistici utilizzando i mattoncini e per questo motivo questo tipo di attività viene definito "gioco serio".
Il metodo è descritto come "un processo appassionato e pratico per costruire fiducia, impegno e comprensione". L'approccio si basa sull'idea che un apprendimento che coinvolga l'uso di attività mentali e manuali produca una comprensione più profonda e maggiormente significativa del mondo e delle sue possibilità, sostenendo che i partecipanti sviluppino le capacità di comunicare in modo più efficace, di far ricorso alla propria immaginazione più facilmente e di affrontare il proprio lavoro con maggiore fiducia, impegno e intuizione. La Metodologia LEGO serious play è uno dei più famosi metodi di facilitazione basati sul "gioco serio". - Wikipedia
Pirati e Marinai
Il serious gaming applicato al problem solving aiuta a trovare soluzioni originali grazie allo stimolo del pensiero laterale. Questo workshop prende spunto da quanto fatto da Steve Jobs per la creazione del Macintosh: costruire una sorta di “azienda parallela” in cui le persone sono libere dai vincoli canonici della propria organizzazione, rendendo possibile innovare a 360 gradi… I partecipanti hanno potuto sperimentare la differenza tra approccio “waterfall” e quello iterativo/incrementale tipico delle metodologie agili.
Quando è finita è finita
Quello che ci si porta a casa è sicuramente la condivisione di questa esperienza con le tante persone che hanno partecipato e con cui parlare, confrontarsi, ridere e scherzare durante tutto il corso dell’evento.
Play14 è la conferma di quanto si possa apprendere giocando: molti i contenuti emersi e le tecniche di facilitazione utilizzate dai coach che hanno partecipato a queste edizioni italiane; un’esperienza utile per tutti coloro che sono affascinati e credono nell’importanza dei giochi seri come strumenti integrativi per l’apprendimento delle metodologie agili, per il miglioramento della produttività in azienda e la crescita come gruppo dei team di lavoro.