La Palestra dell'Ardimento

Nell'ultima settimana di Dicembre  si è svolta la “palestra dell’ardimento” di Agile Reloaded, citazione fumettistica con cui definiamo momenti di formazione in cui stare insieme non per lavorare o progettare attività, ma per migliorare deliberatamente, come gruppo e come persone.

La metafora della “palestra” prevede che si dedichi tempo a imparare qualcosa e a metterlo in pratica con esercizi, quanto più possibile aderenti a casi reali. Scegliamo poi di avere un “allenatore” esterno che ci guidi, che ci metta nella condizione di essere supportati e non di “condurre” sempre noi: in tal modo ci “scarichiamo” del consueto ruolo di coach o formatori, e ci poniamo principalmente in una modalità di ricezione.

In questa occasione — aiutati da Erika Cardeti, psicologa del lavoro ed esperta di dinamiche relazionali — ci siamo concentrati sulla comunicazione interpersonale tra noi e con i clienti: ascolto dell’altro e contesto, assiomi della comunicazione, stili relazionali, barriere comunicative. 

L’attività è stata proficua, anche perché ci ha consentito di prendere coscienza di atteggiamenti che incontriamo spesso e di dare un nome e un inquadramento corretto a pratiche che, a livello inconsapevole, magari già tentavamo di mettere in atto.

Erika ci ha guidato alla scoperta di alcuni importanti temi fondamentali per il nostro lavoro di agile coach: gli stati dell’io e l’Analisi Transazionale, la comunicazione attiva, il messaggio io.

 La Analisi Transazionale è una teoria della comunicazione formulata da Eric Berne, psicologo canadese negli anni cinquanta. Si basa sull'analisi delle comunicazioni (le transazioni) che possono avvenire fra specifici stati dell'Io coinvolti, ovvero le  differenti modalità con cui il nostro pensiero si forma e viene comunicato al nostro interlocutore. 
Comprendere quale stato sta prevalendo in un determinato momento aiuta a capire come sia possibile interagire al meglio con una persona, in funzione proprio dello stato che in quel momento si manifesta. 

I tre stati dell’io: io genitore,  io adulto, io bambino

Ogni stato dell'Io viene definito da Berne come "un sistema di sentimenti accompagnati da un relativo insieme di tipi di comportamento": osservando pertanto il comportamento della persona che agisce, possiamo individuare lo stato dell'Io che ha generato tali atteggiamenti.
Berne propone il concetto di "tre stati dell'Io" ossia di aspetti ben riconoscibili della personalità.

Ascolto attivo

Saper comunicare in primo luogo significa saper ascoltare. L'ascolto non passa solo dal "sentire" ciò che l'altro dice ma da "come" lo dice, cosa intende veramente l'altro, che impatto ha questo su di me.  

Thomas Gordon dice che per un buon ascolto è necessario seguire 4 passi: 

Ascolto passivo: è il momento di silenzio interiore (e possibilmente anche esteriore) di chi è in ascolto. Ascoltare in silenzio permette all'altro di esporre senza essere interrotto;  permette a chi ascolta di entrare in contatto anche con le proprie emozioni e di distinguere ciò che gli appartiene da ciò che appartiene al suo interlocutore. 

Messaggi di accoglimento: sono sia messaggi verbali ("ti ascolto", "sto cercando di capire"), che messaggi non verbali (cenni del capo, sguardo, sorriso…). Sottolineano l'atteggiamento di ascolto. Inviti calorosi: messaggi verbali che incoraggiano chi parla ad approfondire quanto sta dicendo ("dimmi", "spiegami meglio") senza valutare o giudicare ciò che viene detto.
Per una corretta comunicazione fra le parti è fondamentale porsi con  assenza di giudizio 

Ascolto attivo: Chi ascolta "riflette" il contenuto del messaggio dell'altro restituendoglielo con parole diverse. Questo permette di verificare se il messaggio così come lo si è compreso è corretto. L'ascolto attivo non rimanda solo il contenuto verbale del messaggio, ma riflette i sentimenti espressi dal comunicante e percepiti dall'ascoltatore, ossia il contenuto emotivo.


Per diventare ''attivo'', l'ascolto deve essere aperto e disponibile non solo verso l'altro e quello che dice, ma anche verso se stessi, per ascoltare le proprie reazioni, per essere consapevoli dei limiti del proprio punto di vista e per accettare il non sapere e la difficoltà di non capire.

Messaggio IO

La tecnica del messaggio io (o "del confronto") si compone di tre momenti: descrizione del comportamento che crea il problema, senza esprimere un giudizio; descrizione dell'effetto tangibile e concreto che il problema ha su chi parla; descrizione degli effetti soggettivi del problema.